Opera Uno

Poesie di Nelly Polizzi

10 POESIE di Nelly Polizzi

 

IMBRUNIRE

Respiri di vento
tra i dolci pendii.
Il cielo
col drappo rosato
prepara la scena
alla luna.
L’ipomea alba
avvolge
il silenzio di cera
dell’eremo
scelto con cura.
La tregua ha le ore contate.
Vegliandola
al suo capezzale
disegni arabeschi
nell’aria.
Le nubi
dal passo felpato
torneranno
ancora
a coprire
le stelle.

12 febbraio 2021

TEMPO

Come fiera famelica
predatore insaziabile
di memorie
dopo il lauto pasto
ti addormi.
Allungato tra braci
che avvampano
i pezzi di storia
sbranati
e ridotti in poltiglia
scopri istmo di fauci,
rimbocco avido
e ingordo.
Domani è arrivato

PAPAVERI

Ali rosse di farfalle
tra campi incolti.
Prima boccioli penduli
olive su steli eretti
poi petalipurpurei e caduchi;
presenze abbaglianti.
Vermiglie inflorescenze mute
sparute macchie su tappeto arso
ora danzano al vento leggero.
Carezza corolle ondeggianti
lo zefiro lusinghiero
e i fiori ora si concedono,
consci dell’incontenbile malia
iniziando
la loro danza d’amore.
Vieni, ti porto con me.
Tra i papaveri in fiore.

Agosto 2020

MARIA

Sei bella.
Come giglio nei giardini
dritto e fiero.
Come erba fresca di primavera
quando i prati
cominciano a inverdire.
Come l’aurora e il tramonto
nel giorno che nasce
e muore
per nascere ancora.
Come il sogno avverato
e il canto delle cicale
nella notte di giugno.
Come il mare placido
e l’orizzonte terso
e il sole rotondo
e il cielo lucido.
Sei bella
come melodia
e canto
che culla.

VOLO

Un gabbiano vola
sulle paure degli uomini.
Libero,
in un cielo sgombro di nuvole.
Peccato per noi
non avere ancora imparato
a volar
controvento.

SE FOSSI POESIA

Se fossi poesia
avrei un’unica strofa
che parla d’Amore.
Se fossi poesia
sarei musica e pianto
e versi
ora sciolti
senza vincoli e schemi
come filo spinato.
Se fossi poesia
declamata
a gran voce
sarei inno alla vita
che sale nel cielo
trapunto
dal chiaror delle stelle
mentre il cuore
silente
riposa.

AUTUNNO

Incendio d’autunno
che brucia
che infiamma
che arde.
Silenzio
tra l’onde placate,
domate
da un giorno che nasce
e che muore
nel suo breve istante
d’eterno.

VIAGGIO

Barche alla deriva.
Flutti scomposti
sul fondo di ghiaia
scuotono
pezzi di legno galleggianti.
Aggrappati
sfidiamo le onde
mentre il vento trascina frangenti
in lunghe strisce biancastre.
Il fragore
sovrasta i pensieri.
Si alza
riprende
si placa.
Aggrappati
stremati
sfiniti dalla lotta.
Quando arriva il silenzio
il mare quietato
le nuvole dissolte,
fronte al sole
riprendiamo il viaggio.
La meta
non è poi così lontana.

LA RONDINE

Canta le attese dei giorni gaudenti
rimira la veste di tulle adornata
sei giunta alla soglia che amore consola.
Non sei più aquilone tenuto da un filo
e rondine viva batti le ali.
Ascolti lontana nell’aaria di ottobre
sua eco,
richiamo ch’è canto d’amore.
Dal vento rapita allontani le ombre
saluti col cuore
e ti avvii all’orizzonte.

FARFALLA

Sono stata crisalide nel bozzolo.
Sospesa.
Chiusa, immobile, avvolta da fili sericei ho
atteso, senza respirare.
Ho compiuto uno sforzo straordinario per
rompere il mio guscio di seta e questo è servito
a rinforzare le mie ali.
Nessuno mi ha aiutata a venirne fuori.
Nessuno poteva.
Se lo avessero fatto, sarei uscita dal mio
involucro totalmente incapace di volare: senza
quella resistenza e la forza utile a rompere la
mia prigione, non avrei saputo librarmi in volo.
Sono stata preda di ragni, catturata,
intrappolata, vinta. Incapace di difendermi.
Con le ali aperte, completamente avvolte dal
filo, mi sono dimenata fino a strapparmene
lembi, fino a cancellarne i colori.
E finalmente sono fuggita.
Ho vissuto un giorno solo, ma ho sentito sulle
ali il calore di un raggio.
Ho bevuto nettare di fiori e lacrime di animali.
A Petaloudes ho trovato le mie sorelle e ho
raggiunto il sogno.
Poi sono morta.
Volando.

Palermo, 15 settembre 2020

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